Gli Italiani, giustamente dicono che hanno molte feste e ricorrenze che riguardano ogni giorno un posto diverso o una località dell’Italia. Le feste del Patrono, moltissime nel calendario popolare, risultano da sempre tra le celebrazioni più sentite, più sfarzose e coinvolgenti.  illustrando le festività d’Italia nel nostro calendario, vogliamo dare uno spunto in più di svago e divertimento ai nostri amici russi.

I giorni festivi della Repubblica Italiana
Sono stabiliti per legge. Ad essi si aggiunge la festività locale del Santo patrono e, nella prima domenica di novembre, la festa dell’unità nazionale.

Le festive in Italia sono considerate tutte le domeniche, come le seguenti festivià:

1 gennaio Capodanno

6 gennaio Epifania

25 aprile Liberazione dal nazismo (1945)

Lunedi di Pasqua

1 maggio Festa del Lavoro

2 giugno Festa della Repubblica

15 agosto  Assunzione di  Maria

1 novembre Ognissanti

8 dicembre Immacolata Concezione

25 dicembre Natale di Gesù

26 dicembre Santo Stefano

Le solennità civili
Imbandieramento degli edifici pubblici, non sono considerate giornate festive.

10 febbraio Giorno del ricordo degli istriani, fiumani e dalmati

11 febbraio patti lateranensi

28 settembre Insurrezione popolare di Napoli contro i nazifascisti

4 ottobre San Francesco e Santa Caterina, patroni d’Italia

4 novembre Festa dell’Unità nazionale

12 novembre Giornata del ricordo dei Caduti militari e civili nelle missioni internazionali per la pace e la Giornata della memoria dei marinai scomparsi in mare

Le giornate celebrative nazionali e internazionali
Non sono considerate giornate festive.

Gli organi pubblici organizzano eventi collegati alla circostanza che si intende celebrare.

7 gennaio Giornata nazionale della Bandiera

27 gennaio Giornata della Memoria (abbattimento dei cancelli di Auschwitz)

9 febbraio Giornata nazionale degli stati vegetativi

21 febbraio Giornata nazionale del Braille

11 marzo Giornata europea in ricordo delle vittime del terrorismo

1° domenica di Primavera Giornata della prevenzione oncologica

24 marzo Giornata nazionale per la promozione della lettura

27 marzo Giornata nazionale del Teatro

4 aprile Giornata nazionale della persona con lesione al midollo spinale

Fissata dal Ministro per la Salute nel periodo dal 21 marzo al 31 maggio

Giornata per la donazione degli organi

1ª domenica di maggio Giornata nazionale dell’epilessia

5 maggio Giornata nazionale contro la pedofilia e la pedopornografia

9 maggio Giornata d’Europa e la Giornata della memoria per le vittime del terrorismo interno e internazionale e delle stragi di tale matrice

3ª domenica di maggio Giornata nazionale della musica popolare

Ultima domenica di maggio Giornata nazionale del sollievo

1ª domenica di giugno Giornata nazionale dello Sport

Ultima domenica di maggio o 1ª domenica di giugno Giornata nazionale per la donazione del sangue

1ª domenica di Giugno o 2ª se la prima cade il 2 giugno Giornata nazionale del malato oncologico

2º martedi di giugno Giornata nazionale dell’innovazione

8 agosto Giornata nazionale del Sacrificio del lavoro italiano nel mondo

4 ottobre Giornata della pace della fraternità e del dialogo tra appartenenti a culture e religioni diverse

1ª domenica di ottobre Giornata nazionale per l’abbattimento delle barriere architettoniche

2ª domenica di ottobre Giornata per le vittime degli incidenti sul lavoro

12 ottobre Giornata nazionale di Cristoforo Colombo

24 ottobre Giornata dell’ONU

9 novembre Giornata della libertà in ricordo dell’abbattimento del muro di Berlino

Il Ministero P.I. individua la data d’intesa con la Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province autonome Giornata nazionale della Scuola.

Usi e costumi e festività friulani 

archive.org/stream/lavitainfriuliu00ostegoog#page/n46/mode/2up

Luoghi e cultura

Il Friuli ha sviluppato nei secoli una radicata cultura autonoma, che si articola nell’uso diffuso di una lingua – il friulano, nell’attenta valorizzazione delle numerose tradizioni locali e nella partecipazione a riti e manifestazioni, il cui significato va ben oltre l’aspetto folkloristico.

La lingua principale che si parla in Friuli è il “fûrlan”, una lingua di origine ladina, la quale s’impara sin da piccoli in famiglia e si parla nelle piazze del Friuli e soprattutto nelle osterie, laddove la tradizione di condividere “un taj”, ovvero un bicchiere di vino bianco, si prende sul serio. I turisti che arrivano in Friuli sono incantati dalla generosa tradizione locale di stare a tavola e dalle peculiarità di un popolo, a dire il poco uniche.

Il primo luogo da visitare è la città antica di San Daniele del Friuli, arroccata nel cuore del Friuli sulla sommità di un colle che domina la pianura circostante. Una città raccolta e accogliente con diversi tesori artistici e gastronomici. Sin dall’epoca celtica San Daniele ha un’aria particolare che dona ai prosciutti crudi della produzione locale, un sapore unico e inconfondibile conosciuto in tutto il mondo. A poca distanza dal colle, le limpide acque del Tagliamento sono la naturale dimora della trota, qui chiamata “la regina di San Daniele”, che viene allevata e lavorata in modo artigianale. Una celebrazione del gusto delle eccellenze vitivinicole e agroalimentari del Friuli Venezia Giulia “L’Aria di Festa”  va organizzata ogni anno nell’ultima settimana di giugno. L’occasione da non perdere, oltre l’appuntamento atteso dell’“EXPO 2015” che ha nominato la città di San Daniele del Friuli “la capitale del cibo”.

Ma se torniamo alle tradizioni locali è doveroso ricordare l’Epifania  che porta con sé i falò, “il pignarûl“ nell’Udinese, ”pan e vin” nel Pordenonese, secondo le dizioni più diffuse per propiziare la fecondità della terra.

A Cividale del Friuli, sempre per l’Epifania, si celebra la “Messa dello Spadone”, per ricordare l’investitura che il patriarca riceveva dall’imperatore: durante la messa il diacono salutava la folla con la spada, cerimonia che prende origine dall’anno 1366, quando fu ordinato il patriarca di Aquileia Marquardo di Randeck;

A Gemona si celebra la “Messa del Tallero”, in cui durante l’offertorio il sindaco dona al celebrante un tallero coniato sotto il regno di Maria Teresa d’Austria nel 1780.

A metà Quaresima a Pordenone si celebra il “Processo e rogo della Vecia,” anche questa usanza è legata al rito purificatore del fuoco, dove il simulacro della “Vecia” rappresenta i mali dell’anno trascorso, una tradizione che è stata recentemente ripresa anche in altri centri.

In Carnia i riti del fuoco coincidono con la festa del patrono o di qualche santo in prossimità del solstizio d’estate: il lancio di ”lis cidulis”, rotelle infuocate, viene accompagnato dall’augurio di prosperità.

Si sta sempre più diffondendo l’usanza delle sacre rappresentazioni del Venerdì Santo. Di origine medioevale, sono un misto di rito sacro e di teatro. In Friuli la più antica e la più nota è quella di Erto e Casso, nell’Alta Valcellina, alla cui realizzazione concorre tutto il paese.

Molto più laica, ma antichissima, la “Sagra dei osei”, che in agosto richiama a Sacile un grande raduno del pubblico per assistere fino all’alba al canto degli uccelli e alle gare di canto fra i pennuti e i chioccolatori, tradizione che si ripete in ricordo del diritto concesso alla città nel 1351 dal patriarca di Aquileia di tenere mercato degli uccelli catturati nei boschi del vicino Cansiglio.

Molte delle tradizioni antiche, intese come modi o necessità di vita, si ritrovano oggi, oltre che nelle feste, anche in lavorazioni artigianali di tessuti e mobili in Carnia, di oggetti di legno in Valcellina, “i sedòns” che le donne, le sedonère, vendevano in Italia e all’estero, di oggetti e di attrezzi in ferro battuto e rame. Per quanto riguarda la provincia di Trieste, sul Carso rivive ogni anno il rito del Matrimonio Carsico, celebrato secondo le usanze di un tempo.

A Palmanova ogni anno la prima domenica di luglio si svolge la Rievocazione storica, dedicata alla fortezza veneta.